LA CONTESSA LESBICA – parte 4 - Roma - Pesaro Urbino Trasgressiva

LA CONTESSA LESBICA – parte 4 - Roma - Pesaro Urbino Trasgressiva

Passarono due mesi ed il mio conto in banca aumentò incredibilmente. Non solo pagai gli arretrati dell'affitto, ma con qualche regalo importante, convinsi anche la mia compagna lesbo a portare pazienza perchè ci vedevamo soltanto due pomeriggi la settimana. In quel periodo, non passò notte senza che dovessi leccare la sua vagina e ricevere il suo abbondante squirting. In più, due volte la settimana, venivo accompagnata nella stanza dei giochi, dove mi aspettavano la paletta per le sculacciate ed il vibratore.
Una sera, la duchessa ***** ** ***********, che era a cena dalla contessa, fu informata di come io fossi la sua nuova badante sessuale, di tutto il divertimento ed i giochi che interpretavo, e di quanto fossi brava a soddisfare ogni sua esigenza erotica. In mia presenza, le raccontò di quanto mi piacesse farmi spalettare il culo (falso!), e della mia straordinaria capacità di leccare la figa (vero!).
La duchessa aveva 59 anni, era rimasta vedova da 3, ed era altrettanto porca, bisex o lesbica come lei, ma orribilmente grassa. Perciò era più che incuriosita, era passato troppo tempo da quando la sua fetida sorca si era fatta una bella leccata.
- Vorresti prendere in prestito Claudia e restare un po' con lei nella mia stanza dei giochi?
La maialona annuì.
- Mia cara Claudia, vorrei che tu dessi alla mia mia amica tutto il piacere che desidera. Puoi fidarti, è una donna pulita e sana come un pesce.
- Sì padrona...
Risposi io a denti stretti. Peccato che, oltre ad essere sana come un pesce... puzzasse anche come un pesce!
La contessa ci fece strada e se andò, lasciando alla duchessa il comando delle operazioni. Da un cassetto di vestiti, lei scelse dei vestiti fetish e me li fece indossare. Un body in latex nero con buchi per le tette, il culo e la fregna. Lunghe calze nere, giarrettiere e sandali con tacchi a spillo. Le piaceva il gioco di ruolo, ed il mio fu quello di una cameriera imbranata che faceva sempre cadere o rovesciare le cose. Lei mi rimproverò, mi portò ad un tavolo e mi ordinò di stare in piedi e piegarmi a faccia in giù. Poi prese un paio di manette e mi bloccò i polsi assicurando la catena attorno ad un paletto avvitato al tavolo. Le mie caviglie erano legate con del robusto nastro adesivo alle gambe dello stesso.
La maialona sbavava mentre mi guardava immobile ed indifesa. Poteva vedere il tratto delle cosce che mostrava la mia figa sexy con le labbra della figa leggermente aperte.
Mia giovane accompagnatrice, sei stata altamente raccomandata dalla contessa che, probabilmente, era più interessata a questo...
Disse mentre accarezzava le mie natiche. Sentivo la mia vagina iniziare a bagnarsi,
ma temevo le solite palettate sul culo.

CONTINUA

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